Adam Russ . 101 posti da non visitare . Piemme

Sì, viaggiare. Ma anche restare non è niente male, perlomeno secondo la controguida turistica “101 posti da non visitare”, dell’attore e scrittore londinese Adam Russ (Piemme). “Viaggiare è sfiancante, costoso, pericoloso e spesso poco igienico. Gesù non è mai andato in vacanza, a meno di non contare quella capatina a Gerusalemme. E sappiamo tutti com’è andata a finire”. Con occhio critico verso l’industria del turismo e rivalutando la condizione naturale dell’uomo, quella di stare in casa, Russ elenca per ogni continente i luoghi da evitare, con cenni sulla storia, la cultura, le attrazioni, il cibo. Utili box mettono in risalto note essenziali e valutazioni particolari, con le voci “Indice di noiosità – Probabilità di una visita fatale – Bagaglio essenziale – Più probabile causa di morte”.

L’ameno elenco include zone di guerra, noiose capitali amministrative e remote città di poche anime, con dovizia di commenti graffianti in sfumature che vanno dal moderatamente ironico al cattivo spinto. In Europa, valutazione complessiva una stella, manca la Svezia, mentre l’Italia è presente con una sola città, Roma (esaltata, si fa per dire, per i borseggiatori, i gatti randagi e i ristoranti troppo cari). Nonostante tutto Russ ama viaggiare, e nonostante il suo sparare a zero alcuni luoghi risultano lo stesso attraenti. Corredato da foto spesso squallide con didascalie che rincarano la dose, il testo fa frequenti battute d’attualità (non si salvano Blair e Bush) ed è quanto di più anti-buonista si possa immaginare (“Copenhagen, una città della quale nessuno è mai riuscito a capire il senso” oppure “Con leggi islamiche severe come quelle dell’Arabia Saudita, livelli di criminalità degni del Sud America e la stessa povertà delle zone sottosviluppate dell’Africa, lo Yemen ha tutto quello che normalmente si vuole evitare”). Ovviamente non sono mancate le reazioni risentite di chi ha visto la propria città additata come poco gradevole (basta leggere i commenti su Amazon.com): l’autore è stato accusato di non aver visitato tutti i luoghi che descrive, ma questo dato (palese e ammesso dallo stesso Russ) non intacca lo spirito dissacratorio che anima la guida.

Da non prendere come esclusivo riferimento per organizzare un viaggio, “101 posti da non visitare” è un libro da piluccare nei momenti d’ozio per qualche perfida risata ristoratrice, possibilmente lontano dai luoghi descritti.

Articolo pubblicato sulla Gazzetta di Parma

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