Tutta un'altra musica

Nick Hornby . Tutta un’altra musica . Guanda

Duncan e Annie stanno insieme da quindici anni. Lui insegnante, lei impiegata in un piccolo museo locale, abitano a Gooleness, insignificante cittadina inglese sul mare. Presentati da amici comuni, «finiti insieme perché tutti gli altri erano già stati scelti e la squadra era già formata» o come può capitare ai pezzi di un puzzle, i due si ritrovano congelati in una vita da eterni studenti, dove libri, concerti e film sono più importanti che non per i coetanei. Su un punto soltanto sono davvero uniti, il comune disprezzo per la città in cui abitano.

Una terza presenza aleggia da sempre nella vita della coppia: Tucker Crowe. Oscuro musicista degli anni ’80, Tucker è una leggenda solo per uno sparuto e tormentato manipolo di fan sparsi qua e là per il mondo, uniti dal sito «Can Anybody Hear Me?». Duncan è l’ideatore del sito, motivo d’orgoglio e principale centro d’interesse della sua esistenza; Annie subisce la passione di Duncan e vorrebbe una svolta nel rapporto, ovvero un figlio. Tutto sembra avviato a una vecchiaia senza novità, quando per posta arriva un CD con l’anteprima del nuovo album di Crowe…

Dopo «Tutto per una ragazza», in cui il mito di riferimento è un famoso skater, Nick Hornby riprende uno dei suoi argomenti preferiti, la musica, nel nuovo romanzo «Tutta un’altra musica» (Guanda, pp 319, euro 17). Con l’inconfondibile stile ironico e acuto, a dieci anni dall’ancora insuperato «Alta fedeltà» e dai suoi trentenni, Hornby racconta la storia di una coppia di quarantenni messi in crisi da un galeotto Internet. L’arrivo del CD, infatti, scatena una serie di eventi: Annie si ribella e ascolta i brani per prima, poi pubblica sul sito una recensione contraria al parere di Duncan, «crowelogista» massimo e indiscusso, provocando la risposta di Tucker Crowe in persona. Avviata una segreta corrispondenza via e-mail con l’idolo del fidanzato, Annie verrà a contatto con una realtà ben diversa da quanto supposto dagli sfegatati fan. Nel frattempo Duncan s’innamora di una collega: le insoddisfazioni scoppiano, i sentimenti si muovono, e alla fine tutti intravedono nuove prospettive. Anche il fallito Crowe, che «ascoltando un tizio un po’ sfigato ed eloquente ripetergli in continuazione le ragioni per cui era un genio, sentì di sperare che fosse vero».

Molto azzeccata nella prima parte e nel complesso godibile, la narrazione perde un po’ di mordente quando la leggenda del rock Tucker Crowe passa dalla fantasia a una deludente realtà: sottile e perfidamente umoristica, la descrizione della comunità maschile di appassionati – le dinamiche dei forum, le ossessioni e il modo in cui il web oggi le alimenta, il come certe manie possano incrinare i rapporti di coppia – s’interrompe quasi del tutto quando lo scrittore, spietato, ci presenta un ex-rocker cinquantacinquenne dalla salute precaria, con cinque figli avuti da altrettante donne e l’aria da ragioniere in pensione, mentre fa la spesa in un supermercato.

Hornby sa parlare di passione per la musica come nessun altro, divertendosi a sfruttare il virtuale per costruire la sua rockstar attraverso finte voci Wikipedia, titoli di album e brani, commenti online. Ma soprattutto, ha come sempre una grande capacità: quella di descrivere con simpatia la sua generazione, fatta di uomini eternamente adolescenti.

Articolo pubblicato sulla Gazzetta di Parma

Leggi la scheda libro sul sito Guanda

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