Intervista a Massimo Cavezzali
Dove l’avete già visto? Massimo Cavezzali, prolifico fumettista ravennate di nascita ma fiorentino d’adozione, è apparso ovunque: sulle riviste Il Mago, Lupo Alberto, Orient Express, Tango, Comix, Il monello, Il Grifo e, grazie alla sua passione per la musica, su testate di musica e attualità come Ciao 2001 e Tutto. Senza citare i libri, fra cui l’ultimo nato, il Filosafario (o si dice Filosofario?).
Visto che dovrei riassumere la biografia di Cavez – così si firma – tagliando a man bassa, preferisco darvi come riferimento il sito Slumberland, di cui l’autore mi dice: «Per la biografia, Slumberland può andare bene. Non è completa, mancano un sacco di cose, i libri sono tanti, una ventina, più tutto il resto, libretti, albetti, cosette, cosine, mostre e varia… anni fa un editore tentò un libro con la dettagliata descrizione di tutte le pubblicazioni, una cosa terrificante. Ho fatto troppe cose. Molte disperse».
Quindi, avanti con le domande.
La tua produzione è vastissima: Ava la sexypapera, le biografie a fumetti, la ragazza dei gatti, i consigli agli adolescenti, DIO, il giallo… come sei arrivato al Filosafario? Crei le tue vignette d’impulso, ci pensi, o le hai già tutte nel famoso cassetto e le elargisci con parsimonia?
Più che un cassetto ho una testa con molte stanze. In una ci abita l’omino col nasone che dice le frasi. Sono tutte cose nuove, scritte giorno dopo giorno, ma non è proprio pensare, qualcuna forse la pensa l’omino per conto suo, qualcuna mi viene d’impulso, qualcuna così da sola, vagante. A seconda di quello che leggo, o vedo, o faccio o anche penso, si attivano delle molecole che mi danno una specie di risposta. Dato che in quel momento non sono mai seduto al tavolino davanti al foglio, cerco di memorizzarla oppure me la appunto. Poi qualcuna la faccio, qualcuna la butto, qualcuna va bene, qualcuna la rielaboro.
A quale personaggio/striscia sei più affezionato?
Ogni cosa che ho fatto ha detto quello che doveva dire. Per questo sono affezionato a tutte.
Chi è quel tipo col nasone, gli occhioni e la bocca spalancata che si ritrova in molti tuoi lavori?
Se è tutti sono anche io.
Sei più creativo quando sei di buonumore o quando sei di cattivo umore?
La risposta è facile. Io non sono mai di cattivo umore.
Quando sei arrivato su Facebook ti aspettavi la folla di – meritati – fan adoranti e pronti all’elogio che hai trovato?
No, e mi incuriosisce sempre vedere le reazioni. Pubblicando sui giornali non c’è questo rapporto immediato. Si è un po’ isolati. È bello scoprire la capacità di percezione di chi legge. Sono contento di avere fatto questa esperienza.
Come vedi il panorama fumettistico attuale?
Da dove si vede codesto panorama?
Come hai conosciuto la ComixComunity di Reggio Emilia, con cui hai pubblicato Piglia e Dalla, un volume di Ava Galaxy, e ora Il Filosafario?
Se mi ricordo bene mi hanno contattato loro. Conosco le voci nel telefono. Mi sembrano voci simpatiche.