Mondi perduti Einaudi

Aram Mattioli . Mondi perduti . Una storia dei nativi nordamericani 1700-1910 . Einaudi

Ripensare la storia dell’America del Nord adottando la prospettiva dei nativi, ovvero decolonizzarla sia dal punto di vista concettuale sia da quello terminologico: questo l’intento del saggio «Mondi perduti» edito da Einaudi, focalizzato sul periodo che va dal 1700 al 1910. Ne è autore lo studioso svizzero Aram Mattioli, insegnante di Storia contemporanea all’Università di Lucerna, noto a livello internazionale per i suoi lavori sulla storia dell’antisemitismo e del fascismo italiano, da molti anni interessato alle vicende di quelli oggi definiti come «popoli indigeni». L’adozione del punto di vista dei vinti in questo caso è resa difficile dalla scarsità delle fonti scritte e dai condizionamenti generati dal mito della frontiera, in cui l’uomo bianco appare come coraggioso portatore di civiltà contrapposto al crudele selvaggio. Solo dai primi anni Settanta – è del 1973 l’occupazione di Wounded Knee da parte di attivisti dell’American Indian Movement – in USA, Canada e Inghilterra si è sviluppato un settore di studi che finalmente ha iniziato ad adottare criteri di valutazione più attenti alle interazioni fra le varie culture; da allora molti ricercatori hanno aiutato la storia indiana a far valere i propri diritti, mostrando i limiti di conoscenze ideologicamente connotate e riconoscendo i nativi americani come protagonisti attivi dei loro tempi. Fra vivide immagini e analisi storiche, il preciso e documentato racconto di Mattioli coinvolge il lettore in un viaggio alla scoperta (o riscoperta, per chi sia già appassionato all’argomento) prima del massacro e poi del tentato etnocidio delle nazioni indiane, sopraffatte dall’avanzata dei coloni britannici affamati di terre, sterminatori di bisonti, portatori di malattie devastanti – prima fra tutte il vaiolo. In un susseguirsi di brutalità, fin dal 1513 i «primi popoli» furono sopraffatti da un’escalation di soprusi perpetrati in nome della cosiddetta civiltà: a nulla valsero i loro tentativi di integrarsi, di vedersi riconosciuti i diritti fondamentali o di ricevere un trattamento umano, in vicissitudini che si intrecciano con la guerra d’indipendenza, la guerra di secessione e la corsa all’oro. Saggio ben equilibrato tra empatia e scienza, «Mondi perduti» guarda con occhi nuovi al passato degli Stati Uniti illuminandoci nel contempo sul presente.

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