L’ennesima troyata?

Stamattina come compagnia della colazione domenicale ho guardato i primi minuti di “Troy: fall of a city”, su Netflix (in collaborazione con BBC One). Confesso di essere un po’ scettica e pure pignola nei confronti delle fiction storiche/epiche, ma vedi mai…

In condizioni di luce assai precarie, una donna stesa su un letto urla: sta per partorire, ma c’è qualche problema tecnico. Per risolverlo, un’ostetrica ante litteram dall’aria truce sterilizza sul fuoco una sorta di pugnale arcuato, mostrandolo poi alla partoriente: lei, invece di sbarrare gli occhi terrorizzata o qualcosa di simile, distoglie lo sguardo come farebbe un gatto che ha appena visto nella ciotola del cibo poco gradito.

Segue urlo straziato/ante.

Nonostante tutto, immediatamente dopo vediamo la puerpera sudata ma bella come uscita da una sauna del Trentino che sorride felice al bimbo fra le sue braccia. Da una tenda sbuca una bambina, fissa i due con aria per niente gaia e si stringe nervosamente le mani (questo resterà un suo tratto distintivo). La mamma dice una frase tipo: “Cassandra, ecco il tuo fratellino”. Cassandra urla.

Stacco. Paride e la mela. Le dee dal look stile fantasy. Paride è in realtà Alessandro! Finisco la colazione e ritengo finita pure la puntata.

Come sempre sono tutti fighi, anche i brutti.

Google mi dice che il gradimento è al 54%, per ora. Ah no, è appena sceso.

Vedi la scheda su Netflix

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