recensione pronti a svanire

Roger Hobbs . Pronti a svanire . Einaudi

Angela è una ladra di professione, organizza colpi di alto livello ed è imbattibile quando si tratta di scomparire nel nulla. Vuole mettere le mani su certi zaffiri cambogiani di contrabbando, ma qualcosa va storto. Molto storto. Si ritrova senza gemme e con un tizio che le sta alle calcagna per motivi a lei sconosciuti. Stavolta sparire non è così semplice, serve un aiuto… così la donna ripesca Jack, suo giovane collaboratore abbandonato al proprio destino sei anni prima, anch’esso ladro e «ombra»: una definizione usata dalla malavita per indicare una persona abile a non farsi rintracciare, addirittura priva di impronte digitali, capace di cambiare identità nel giro di pochi istanti e pronta a fornire lo stesso servizio a chi lo richieda.

Dopo «L’ombra», caso editoriale internazionale, Roger Hobbs prosegue sulla via già intrapresa con il thriller «Pronti a svanire» (Einaudi): nella cornice di Macao, fra tecnologia, lusso e fughe, i due protagonisti dovranno vedersela con un oggetto misterioso – se ne scopre la natura solo a metà libro – e pericolosissimo. A una trama del genere si richiede un ritmo mozzafiato, qui non di rado appesantito dai dettagli enciclopedici con i quali Jack informa il lettore: s’imparano varie cosette sul traffico di zaffiri in Myanmar e sui dollari falsi, su come eseguire una corretta e rapida decapitazione o su come aprire le serrature magnetiche degli hotel; si scopre il significato di alcune parole usate dalla malavita e le crudeltà della pesca con il cormorano, giusto per fare qualche esempio. Con una buona notizia per chi ha letto il romanzo precedente: in questa sorta di sequel troveranno risposta alcune domande rimaste in sospeso.

Fra tanti intrighi e complicazioni non c’è spazio per i buoni sentimenti, tantomeno per l’amore; manca perfino il sesso. O meglio, Jack è sì innamorato della spietata Angela – in altre faccende affaccendata e pronta a disfarsi di lui all’occorrenza – e pronto a dare la vita per lei, eppure tanto attaccamento viene presentato più che altro sotto forma di devozione dell’ex-allievo verso la propria maestra. Tutto sommato il materiale si presta bene a un adattamento cinematografico: attendiamo fiduciosi.

Recensione pubblicata sulla Gazzetta di Parma

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