Attraverso la finestra di Snell

Paolo Pergola . Attraverso la finestra di Snell . Italosvevo

Preparare alla lettura un libro intonso è una sorta di meditazione, d’approccio lento al contenuto: una pratica consueta per gli eleganti tascabili della «Piccola biblioteca di letteratura inutile» Italosvevo, ora in libreria con «Attraverso la finestra di Snell». Il sottotitolo, «Storie di animali e degli umani che li osservano», ci prepara a quattordici racconti d’umorismo delicato e analogie curiose scritti da Paolo Pergola, ricercatore in zoologia e membro dell’Opificio di Letteratura Potenziale dal 2012. L’autore qui unisce due passioni creando quadretti narrativi veloci ma non troppo: il tempo sufficiente per entrare nella storia, vedere cosa accade, uscire sorridenti e magari un po’ commossi.

È dichiarato nella premessa l’intento di capire/carpire il punto di vista degli animali – perfetti artisti del vivere il momento – e gli sforzi degli umani per comprenderli; l’obbiettivo è farci dimenticare il nostro ruolo di dominatori accettando di rapportarci alla pari con esseri diversi da noi ma non per questo inferiori.

Molte meraviglie impariamo da Pergola: per esempio, la finestra di Snell – il cerchio illuminato che si vede guardando in alto durante un’immersione – serve alle meduse per orientarsi, e la Via Lattea guida lo scarabeo stercorario nella notte; da quale altezza le cornacchie fanno cadere i mitili dall’alto per romperne il guscio? E qual è la strategia delle orche per catturare le aringhe? La farfalla monarca migra volando e accoppiandosi per mesi, la magnetite nel suo corpo fa da navigatore; per anni ci si è chiesto dove andasse. Specie grandi e piccole mantengono la rotta o trovano il nord captando un’energia a noi per natura inaccessibile. E gli squali possono davvero vivere cinquecento anni?

Ogni storia ha il proprio scienziato guidato dalla brama di scoprire il motivo di comportamenti misteriosi all’uomo, talvolta con azioni temeriarie o buffe; non di rado qualcuno si perde ma poi trova la strada, guidato dall’intelletto anziché da Madre Terra, e spesso non è chiaro quale sia il protagonista del racconto, se l’animale o chi lo osserva. Centocinquanta scarse le paginette, curative per cuore e anima, in una felice prospettiva che abbraccia la vita nella sua multiforme magia.

Articolo pubblicato sulla Gazzetta di Parma

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