La Jolanda furiosa

Luciana Littizzetto . La Jolanda furiosa . Mondadori

Appena uscito è arrivato al vertice delle classifiche: parliamo di «La Jolanda furiosa», il nuovo libro – se non fosse di 184 pagine lo si potrebbe chiamare pamphlet – di Luciana Littizzetto edito da Mondadori. Intanto, chi è la Jolanda? È l’amica del walter (con la minuscola), insomma quella cosa che le bellone ospiti dei salotti televisivi rischiano di far vedere se non stanno attente quando accavallano le gambe. Jolanda è anche Luciana stessa, o meglio sarebbe chiamarla Clorinda, intenta com’è a menar verbali fendenti contro le assurdità del mondo contemporaneo e contro certi ridicoli costumi.

In 78 capitoletti si ragiona ridendo, talvolta con retrogusto amaro, di questioni attuali vicine e lontane: curiosità come il profilattico spray o la birra per cani, gossip su Sarkò e Carlà, l’odio per i fax, gli iraniani e il nucleare, le foto sulla patente e le foto del punto G, le insensatezze della pubblicità (soggetto preferito: la Marcuzzi), i piccioni, tanto per citare qualche argomento; i graffianti commenti della Jolanda non risparmiano nessuno, clero, politici, mafia, prof, obiettori, pubblicitari, scienziati, VIP, né ovviamente le categorie più generiche, ovvero maschi e femmine. Non si salva neanche il Dalai Lama e perfino Parma ha l’onore – per così dire – di essere citata. Chi segue da sempre gli interventi di Luciana durante la trasmissione televisiva di Fabio Fazio «Che tempo che fa» ritroverà temi e battute già noti, ugualmente godibili nel replay cartaceo che conserva tutto lo stile della Litti dal vivo: leggendo è facile immaginare la sua voce mentre soavemente disserta di trivialità o mentre, al contrario, porta terra terra questioni di alto calibro – o perlomeno considerate tali dai più – offrendo dei fatti una versione sempre irriverente, quindi salutare.

Come dice l’aurea massima (una scritta vista in un ristorante cinese) in apertura del libro, «Devi sapere cosa vuoi altrimenti devi prendere cosa viene»: ridendo e scherzando la Littizzetto opinionista prende di mira la dilagante mancanza di buonsenso e di sensibilità, ottenendo spesso l’effetto di farci pensare, almeno per un secondo, a cosa si può fare per migliorare un filo le cose.

Articolo pubblicato sulla Gazzetta di Parma

Spread the love