La manutenzione della vita vera

Debra Adelaide . La manutenzione della vita vera . Salani

Delia è un’esperta di economia domestica. Crede con fermezza nell’organizzazione come fonte di serenità e ama la propria casa con una passione che nel tempo ha trasformato in lavoro: scrive manuali per una fortunata collana di guide pratiche e regala caustiche risposte ai lettori della sua rubrica di consigli. Quasi maniaca e con una forte tendenza al controllo, Delia ritiene l’attenzione alle piccole cose essenziale per mantenere un equilibrio: la cura della casa è per lei una ragione di vita. Provata da un tumore senza pietà al quale ha deciso di arrendersi – strappare alla morte qualche giorno in più le costa ormai troppo – la donna inizia una sistematica revisione del proprio passato per chiudere alcuni conti in sospeso. E ha un’idea: trasformare in manuale il suo prepararsi a morire.

Della scrittrice australiana Debra Adelaide, «La manutenzione della vita vera» (Salani, pp. 375, euro 18) è un inno alla vita in ogni sua manifestazione, anche la più apparentemente insignificante. La storia della protagonista è divisa tra momenti di viaggio nei luoghi di gioventù, dove spera ritrovare, in qualche modo, un figlio morto bambino, e momenti casalinghi dedicati ai rapporti stretti: con la madre, con il marito e le due figlie (della più grande pensa addirittura di organizzare il matrimonio con esagerato anticipo), con l’editrice Nancy. Non tralascia nulla: prova a farsi perdonare dall’ex fidanzata del marito, sceglie con cura la bara – accolta in casa come un mobile e decorata dai membri della famiglia –, prepara una sorpresa postuma per l’odioso vicino, si arrovella sul come lasciare ai suoi cari una tangibile parte di sé.

Il destino l’aiuta nel suo cammino di preparazione, facendole incontrare o ritrovare le persone giuste. In tutto questo le consolazioni della religione o di un presunto aldilà non sono contemplate da Delia, impegnata com’è a lasciare ordine prima di andarsene e a stilare una sorta di «trattato della buona morte» laico e materialista, ma pieno d’amore per l’esistenza e per la famiglia. L’argomento non è facile, eppure questo romanzo struggente lo affronta di petto: con coraggio e realismo, senza risparmiare (anzi, talvolta calcando la mano) i momenti dove l’emozione diventa forte.

Articolo pubblicato sulla Gazzetta di Parma

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