Drugs Guanda

AA.VV. . Drugs . Guanda

Pillole rosse e blu in stile Matrix per viaggi temporali; oppure, più classicamente, eroina e marijuana, farmaci dopanti, alcol, viagra e… affetto: il filo conduttore di un’antologia pubblicata da Guanda e curata da Divier Nelli è la droga in varie forme.

Inglese il titolo, «Drugs», nove i racconti e nove gli autori, tutti italiani. Gianni Biondillo inventa un futuro dove una droga chiamata Cosmedin s’intreccia con le vicende di un novello Messia, in un mondo dominato dal culto di Hello Kitty, il Sublime Felino Perlaceo. Teresa Ciabatti racconta di un nobile gay decaduto, del suo ultimo amore, della crudele beffa che lo porterà alla distruzione. Laura Del Lama scrive una lettera: la madre eroinomane taglia il cordone ombelicale con la figlia e con la reciproca, distruttiva dipendenza affettiva, almeno nelle intenzioni. Marcello Fois descrive un poliziotto alle prese con la sua vita sfaldata e con un fantasma premonitore. L’assistente sociale di Elisa Genghini segue ragazzi drogati e alcolizzati ma alla fine scopre di non essere meglio di loro. Il protagonista di Gianluca Morozzi invitato a parlare della sua ex fidanzata Bella Brandic, racconta com’è diventata famosa, e di quel loro viaggio ad Amsterdam.

Disperato il racconto di Divier Nelli: l’anziano Gino deve procurarsi soldi per curare la moglie e accetta di trasportare cocaina. Marco Vichi invece punta la penna sul tabagismo, facendo fare una brutta fine a Bernardo e alla sua spasmodica ricerca di sigarette durante uno sciopero della Manifattura Tabacchi. Dulcis in fundo il parmigiano Valerio Varesi: con intuibile finale a sorpresa presenta al lettore un ciclista accusato di doping, durante un processo in cui il giudice comprende fin troppo bene l’imputato.

Senza nessuna intenzione di fornire consigli o soluzioni, privi di moralismi, spesso nei toni del “noir”, i racconti di «Drugs» sono di alto livello dal primo all’ultimo. Drammatiche o grottesche, a volte quasi comiche, le pagine invitano a riflettere sulle dipendenze – anche meno riconosciute come tali – e sulle umane debolezze, offrendo una galleria di stati d’animo comuni a tutti gli esseri umani. La redenzione? Forse c’è, ma nella fantascienza.

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