Alla ricerca del piacere

Richard Mason . Alla ricerca del piacere . Einaudi

Piet Barol è un affascinante giovane olandese di belle speranze. Istruito dalla madre – maestra di canto parigina – nell’arte di godersi la vita, bravo nella musica, nel disegno, nelle lingue straniere, arriva ad Amsterdam del 1907 con abiti di seconda mano, una laurea, tanta ambizione. Immodesto, edonista, dotato di grande autostima, Piet s’introduce nella facoltosa famiglia Vermeulen-Sickerts come tutore del piccolo Egbert, bimbo di dieci anni disturbato e agorafobico. Intesse buone relazioni con la servitù, con il padrone di casa Maarten e sua moglie Jacobina, con le loro figlie Constance e Louisa. Diventa una pedina di una certa importanza nella vita domestica: il domestico Didier s’innamora di lui, Constance vorrebbe vederlo ai suoi piedi ma lui sa resisterle, Louisa prima lo mette alla prova poi cerca di usarlo per conquistare l’indipendenza dal padre; Jacobina ne sfrutta i servigi sessuali. Piet riesce a guarire Egbert, ottiene l’ammirazione di Maarten e viene ringraziato con una notevole somma di denaro; e sarà a causa sua che i coniugi Vermeulen-Sickerts ritroveranno l’armonia della carne, perduta da anni per un voto del religiosissimo Maarten. Con sollievo di tutti, il ragazzo uscirà dalla casa a testa alta e pronto a conquistare il mondo.

Termina così la prima parte di «Alla ricerca del piacere» (Einaudi), nuovo romanzo dello scrittore inglese di origini sudafricane Richard Mason: con il protagonista che, per una scelta impulsiva, s’imbarca sul transatlantico Eugénie alla volta del Sudafrica. Nella seconda parte, fra qualche vago senso di colpa e incertezze sulla strada intrapresa, Piet farà incontri vecchi e nuovi, riuscendo sempre ad approfittare con spavalderia di quanto la vita gli offre.

Piacevole lettura condita da eleganti scene di sesso esplicito (etero e non), «Alla ricerca del piacere» è un romanzo leggero e ottimamente costruito, creato per intrattenere senza addentrarsi troppo in psicologie e sentimenti. Ma una sorpresa un po’ frustrante e beffarda aspetta il lettore in mezzo alla pagina dopo l’ultima riga: la dicitura CONTINUA. Attendiamo quindi il seguito, sempre che l’autore non cambi idea… la copertina, prudentemente, non si sbilancia.

Articolo pubblicato sulla Gazzetta di Parma

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